La stimolazione biofisica nelle patologie del gomito



Nel trattamento delle patologie del gomito è importante recuperare velocemente la mobilità dell’articolazione per evitare complicanze quali rigidità e algodistrofia.

La Stimolazione Biofisica permette di:

  • Aumentare l’attività osteogenetica
  • Accelerare i tempi di guarigione
  • Proteggere l’articolazione dai processi infiammatori
  • Limitare i danni legati all’immobilità prolungata

E’ INDICATA NEI TRATTAMENTI CONSERVATIVI E CHIRURGICI DI:

  • Fratture
  • Ritardi di consolidazione
  • Pseudoartrosi
  • Algodistrofie

NON TUTTE LE APPARECCHIATURE SONO UGUALI
Così come avviene per le terapie con farmaci, ove l’efficacia della terapia dipende dai principi attivi, dai modi di somministrazione del farmaco e dalla capacità di risposta del nostro organismo a quel farmaco, l’efficacia della Stimolazione Biofisica dipende:

  • dal segnale erogato, che ha dei parametri specifici;
  • da come viene somministrato il segnale;
  • dal dosaggio giornaliero (ore) e dalla durata (giorni) della terapia.

Quando si parla di Campi elettromagnetici Pulsati (CEMP) o di Campi Elettrici ad accoppiamento capacitivo (CCEF), si parla semplicemente di un metodo con cui viene applicato uno stimolo fisico per favorire la sintesi di fattori di crescita quali le BMP.
Se ci si paragona ai farmaci, i CEMP e i CCEF NON RAPPRESENTANO I PRINCIPI ATTIVI del farmaco, ma solo il mezzo con cui questo farmaco viene somministrato (orale, cutaneo, inalatorio, ecc.).

Il trattamento biofisico deve essere considerato come un trattamento “farmacologico”, per cui diventa fondamentale considerare i criteri tipici della farmacodinamica, in particolare l’effetto dose-risposta e per il quale va testata l’efficacia nell’ambito di studi clinici.

Diversi studi sperimentali hanno dimostrato che l’effetto osteogenetico della terapia biofisica (e quindi, ritornando all’esempio dei farmaci, il principio attivo) è legato ai valori soglia per l’intensità del segnale applicato, ai valori di frequenza, ad un’idonea morfologia del segnale, al modo con cui questo viene applicato ed alla durata giornaliera della terapia (6-8 ore). Esposizioni brevi (meno di 6 ore) si associano ad un aumento del tempo di guarigione. E pertanto sono sconsigliati.
La focalizzazione del segnale a sua volta richiede l’impiego di solenoidi di forma e dimensione diversa in funzione della profondità e dell’estensione della lesione trattata.

Queste caratteristiche di trattamento, insieme alla specificità del campo elettromagnetico pulsato, distinguono l’impiego in ortopedia e traumatologia della stimolazione biofisica dell’osteogenesi dalla più generica “magnetoterapia”

Proprio per questo IGEA, azienda leader nel settore, negli ultimi 30 anni ha studiato e prodotto dispositivi di stimolazione biofisica che erogano segnali efficaci e validati da studi clinici pubblicati su riviste scientifiche internazionali. I parametri della terapia vengono pre-impostati in base alla sede e ai dati clinici sulla patologia specifica da trattare. Il paziente, anche solo inavvertitamente, non può modificare i dati preimpostati. Questo viene fatto a garanzia della sicurezza del paziente e dell’efficacia della terapia. Le apparecchiature sono iscritte nell’ elenco dei Dispositivi Medici del Ministero della Salute come “stimolatori di crescita ossea”, sono coperte da brevetto e possono essere utilizzate con qualunque mezzo di sintesi.


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