La rigidità del gomito può essere un esito di un trauma, come una contusione o più spesso una lussazione o una frattura. Spesso può accadere dopo un periodo di immobilizzazione in gesso più o meno prolungata.
I Sintomi
La sintomatologia è legata alla rigidità, che impedisce di raggiungere i gradi estremi di flessione (piegare) ed estensione (raddrizzare), con conseguente difficoltà a raggiungere la bocca o pettinarsi nel primo caso e ad “allungare” la mano nell’altro.
Che esami?
In questi casi, oltre alle Rx di base è importante eseguire una Tac con ricostruzioni 3D per verificare le alterazioni di forma delle ossa.
Il Trattamento / Le terapie
Il trattamento, in molti di questi casi, può essere eseguito in artroscopia (chirurgia con le fibre ottiche attraverso delle mini-incisioni).
L’intervento consiste nell’eseguire un”ampia toilette dell’articolazione, con il rilascio delle strutture contratte, l’eliminazione dei becchi d’osso esuberanti (osteofiti) ed il miglioramento dell’escursione dell’articolazione.
Durante l’intervento viene anche controllato lo stato di tutta l’articolazione.
Il paziente deve poi attuare un accurato programma riabilitativo con una mobilizzazione passiva ed attiva assistita. Il ricovero è breve ma una volta a casa sarà importante avere già preso contatto con un fisioterapista dedicato.
I risultati degli interventi in artroscopia sono assai migliorati negli ultimi anni ma devono essere effettuati solo da chirurghi ad alta specializzazione.
Immagine artroscopica intraooperatoria : danno cartilagineo (grado 2 – diffuso) postero – laterale (capitulum numeri)
Immagine artroscopica intraooperatoria : danno erosivo della testa del radio – infiammazione diffusa ( reperti associati alla rigidità)
Le domande di discussione
Quanta fisioterapia dovrò svolgere e quanto tempo impiegherò a recuperare?
Percentualmente quanto posso recuperare?
Come sarà il percorso di riabilitazione dopo l’intervento?
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