Gli sport da combattimento, boxe in primis, sono attività ad alto rischio per l’aspetto degenerativo da sovrautilizzo dell’articolazione.
In particolare sono 2 i momenti del gesto atletico che più sono a rischio: la posizione a braccia piegate a guardia del volto ( perdonate se la descrizione non è “tecnica”) e la posizione di massima estensione dell’articolazione a termine di un affondo.
In queste due posizioni si vanno ad ingaggiare la coronoide e l’olecrano nelle rispettive fossette (vedi anatomia). Col passare del tempo questa gestualità può portare ad apporre nuovo osso (ostefita) all’apice di queste due strutture, come se il corpo, così facendo volesse limitare l’arco di movimento. Il risultato è che si avrà la perdita di alcuni gradi di flessione (piegare il braccio) ed estensione (raddrizzare il braccio). Si può associare del dolore (che però se fate questo sport siete abituati a sopportare e quindi non sarà molto di più del solito…)
Spesso si può, grazie alla chirurgia con le fibre ottiche, limare l’osso in eccesso e ridare, almeno parzialmente l’articolarità iniziale.
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