Osteocondrite dissecante del capitulum humeri
L’osteocondrite dissecante (OCD) colpisce individui di età maggiore (12-17 anni), con prevalenza del sesso maschile (pratica di sport a più alto rischio di overuse).
La forma che si presenta al capitulum humeri è la più frequente nel gomito. Non deve essere confusa con il morbo di Panner, patologia osteocondrale di origine non traumatica, tipica della prima decade di vita; tale forma non è evolutiva, non ingenera corpi mobili endoarticolari e va incontro a risoluzione spontanea con la diminuzione dei carichi sportivi.
L’eziopatogenesi riconosce un’origine microtraumatica, dovuta a traumi di lieve entità, ma ripetuti nel tempo, capaci di determinare non solo una lesione diretta delle strutture osteo-condrali, ma soprattutto le strutture vascolari terminali dell’osso sub-condrale, determinandone la necrosi: ciò viene a creare un’area intrarticolare incapace di mantenere la stabilità strutturale e le intrinseche caratteristiche funzionali. La conseguenza è un’alterazione fino al potenziale distacco dalle strutture circostanti con l’origine dei corpi mobili intrarticolari.
Dal punto di vista eziopatogenetico è fondamentale segnalare la possibile correlazione con una predisposizione familiare, in quanto si è riscontrata una concordanza di manifestazione del 14% in fratelli maschi. L’OCD del gomito rappresenta il 6% di tutte le osteocondriti dissecanti. La patologia, se non viene sospeso il gesto tecnico lesionante, manifesta una inarrestabile tendenza alla progressione. Clinicamente la patologia si presenta con: dolore laterale al gomito e limitazione funzionale o rigidità.
L’inquadramento diagnostico deve avvalersi della radiologia convenzionale, della TC e della RM, in quanto è fondamentale valutare le dimensioni del frammento osteo-cartilagineo e comprendere se mantenga rapporti con l’omero (infiltrazione di liquido fra omero e frammento, ben visibili nei tagli T2 della RM).
Le alterazioni cartilaginee riscontrabili a questo livello non differiscono da quelle che insorgono in altre sedi e possono, analogamente a queste ultime, essere descritte e trattate sulla base della classificazione di Baumgarten:
– grado I cartilagine liscia, ma di consistenza soffice
– grado II cartilagine fibrillare o fissurata
– grado III esposizione dell’osso sub-condrale con frammenti cartilaginei in sede
– grado IV frammento distaccato ma non migrato
– grado V corpo mobile
o la classificazione della ICRS (International Cartilage Research society)
Il trattamento è conservativo per almeno 6 mesi dall’insorgenza dei sintomi: sono necessari una riduzione (utile il cambio di mansione in squadra) o la sospensione dei carichi sportivi, un percorso di rieducazione funzionale, mirante al mantenimento del tono trofismo muscolare ed al recupero funzionale, e l’utilizzo di FANS. Se tale approccio risultasse incapace di dominare i sintomi per l’arco di tempo stabilito, deve essere presa in considerazione l’opzione chirurgica di toilette della regione con curettage, fissazione della pastiglia osteocontrale o rimozione della stessa con eventuali innesti osteocondrali in artroscopia.
Osteocondrite dissecante della testa radiale
Questa variante colpisce la struttura osteo-cartilaginea della testa (o capitello) radiale; riconosce anch’essa una patogenesi da micro-traumi ripetuti, che alterano la complessa rete vascolare, che abbraccia il radio prossimale.
Dal punto di vista biomeccanico, la testa radiale sopporta il 60% del carico assiale sull’arto superiore; risulta quindi comprensibile come esercizi ginnici che prevedano un appoggio frequente del corpo sugli arti superiori, determini un importante sovraccarico funzionale di tale struttura e ciò giustifica le lesioni alla rete vascolare e la sofferenza dell’osso sub-condrale.
Le alterazioni cartilaginee riscontrabili a questo livello non differiscono da quelle che insorgono in altre sedi e possono, analogamente a queste ultime, essere descritte e trattate sulla base della classificazione di Baumgarten.
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